“tacete, o maschi”

Videopoesia realizzata per l’uscita del volume “Tacete, o maschi” edito da Argolibri per la cura di Andrea Franzoni e di Fabio Orecchini.

prodotta DA

Nie Wiem

DIRETTa DA

Lunastorta Produzioni

ANNO

2020

interpretato da

Valentina Angelini, Caterina Cingolani, Marianna Okassaka Kalonda, Eleonora Wolf

Con la video-poesia di “Tacete, o maschj, a dir, che la Natura” abbiamo tentato una trasposizione in immagini che facesse risaltare l’attualità e la modernità delle parole di Leonora della Genga. Il tema della misoginia e della disparità di genere, infatti, attraversa epoche, culture e nazioni. Proprio questa rilevanza storica e il continuo riproporsi della tematica, anche al giorno d’oggi, è l’elemento che più ci ha colpito ascoltando delle parole così ascrivibili al presente seppure scritte nel XIV secolo. Per questo abbiamo voluto far incontrare alcune delle figure femminili più iconiche della storia moderna con delle giovani ragazze di oggi. Le ragazze sono inizialmente poste in un contesto naturale su dei piedistalli, come fossero istallazioni artistiche sul paesaggio, da un lato a sottolinearne la magnificenza, dall’altro la contraddizione di una condizione statica e immutabile, imposta da una società maschilista: sono oggetti da osservare, hanno un loro posto nella società deciso e imposto a priori. Le ragazze, però, rompono lo schema statico e si muovono coordinate, all’unisono, utilizzando quegli stessi piedistalli per creare due colonne: una struttura di grandi blocchi bianchi, quasi a delimitare una cornice che le circonda. Tra le due colonne si stende un telo bianco sul quale iniziano a imprimersi delle proiezioni che lo colorano e illuminano delimitando forme e sagome.

L’ambiente naturale scopare, le parole di della Genga iniziano a scorrere sul rumore del proiettore. Le proiezioni mostrano figure femminili del passato e del presente, immagini sconnesse di donne iconiche, che hanno segnato la storia. immagini del passato si fondono con i volti e i corpi delle ragazze davanti allo schermo come se facessero parte le une delle altre. Linee, colori e immagini si mescolando con pelle, volti e corpi in un insieme indistinguibile, come se quelle immagini e le parole di della Genga fossero incise sulla pelle delle donne di oggi, come un’unica eredità genetica di cui tutte fanno parte.

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