Cosa vogliamo raccontare?
I protagonisti del documentario sono i teatri storici dell’Unione Montana dei Monti Azzurri che è partner in questo progetto. In particolare quelli dei Comuni di Sarnano, Caldarola, San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, tutti inagibili dopo gli eventi sismici del 2016.
Perché un documentario sui teatri storici dei Sibillini?
Per diversi motivi.
Il primo è che le Marche sono la regione con il più alto numeri di teatri storici, 113 per l’esattezza: strutture teatrali di ogni dimensione diffuse in maniera capillare su tutto il territorio, dalle città ai piccolissimi centri. Si tratta di teatri quasi sempre nati per volontà popolare: anche nei territori più lontani dal grande fermento culturale, infatti, le persone hanno sentito e sentono il bisogno antropologico di raccontarsi e indagare la realtà attraverso il teatro. Sono stati gruppi di cittadini a volere e finanziare la costruzione dei teatri storici marchigiani e sono stati gli stessi cittadini a prendersi cura della gestione di questi spazi, fondando ovunque compagnie amatoriali che hanno impegnato le famiglie locali anche per quattro generazioni.
In secondo luogo, perché frequentando i teatri dell’Unione Montana dei Monti Azzurri e di questi piccoli gruppi teatrali abbiamo potuto cogliere il vero valore di questi teatri storici: non sono soltanto un prezioso patrimonio artistico-architettonico, ma ricoprono un ruolo fondamentale nel tenere unito il tessuto socio-culturale delle comunità dell’entroterra: ogni teatro è un luogo di memoria, narrazione, rappresentazione, esplorazione del sé e costruzione della consapevolezza emotiva e culturale per la comunità che lo accoglie e lo tiene in vita.
Non a caso, ogni volta che questi teatri hanno vissuto periodi di chiusura è stato proprio l’impegno della popolazione locale a farli rinascere dalle proprie ceneri. Con il sisma del 2016, sembra essere finito un altro ciclo della loro vita e uno degli obiettivi di questo prodotto audiovisivo è proprio sensibilizzare le istituzioni e la comunità nazionale e internazionale sulla necessità del loro recupero, una necessità sociale oltre che artistica.
Così, ci siamo confrontati con storici, ricercatori, formatori teatrali, attori, ma non solo. Abbiamo raccolto le storie delle persone che hanno vissuto i teatri storici oggi lesionati e hanno profuso le loro energie per tenerli in attività.
Il prodotto finale, però, non è stato un documentario tradizionale, perché alle finalità puramente documentaristiche abbiamo unito una sperimentazione sui linguaggi. Come? Ora proviamo a raccontarvelo.
Teatro e video: un dialogo tra due linguaggi
I teatri inagibili oggi sono abbandonati, ma non sono e non saranno mai vuoti: si impregnano delle storie rappresentate al loro interno, delle emozioni condivise tra il palco e la platea. Per questo, abbiamo scelto dei personaggi da testi teatrali di ogni epoca capaci di incarnare il legame tra le persone e la terra che abitano: personaggi non in cerca di autore come quelli di Pirandello, ma in cerca di un teatro in cui tornare a vivere.
Le performance, ambientate nei teatri abbandonati dopo il sisma (laddove le condizioni della struttura lo permettano) o in luoghi particolarmente significativi dei borghi coinvolti nel progetto, sono state riprese e montate integrando la grammatica teatrale e quella filmica.
I monologhi poi sono stati cuciti insieme in unico grande dialogo: personaggi incapaci di toccarsi nel tempo e nello spazio perché ormai privati del luogo fisico a cui appartengono – il palcoscenico – sono tornati a dialogare nella dimensione altra dell’audiovisivo, tematizzando i contenuti riportati nella parte documentaristica attraverso l’arte.
Giovedì 21 marzo alle ore 18.30 presso il Politeama di Tolentino ci sarà la prima proiezione del documentario.
Video – marketing teatrale: un settore da sviluppare
Grazie al “Bando per progetti e iniziative cineaudiovisive – Zona Sisma” promosso da Regione Marche – Fondazione Marche Cinema in linea con gli obiettivi del Distretto Culturale Evoluto delle Marche il Teatro Valmisa ha affiancato all’attività di produzione teatrale quella audiovisiva e ha chiesto la nostra collaborazione per avviare e portare avanti queste nuove attività.
Attraverso la produzione di trailer teatrali, vogliamo dare il via a un proficuo dialogo tra il sistema teatrale e la filiera dell’audiovisivo, promuovendo nuove applicazioni del video nel campo del marketing culturale. Riteniamo che il video, grazie al suo essere asincrono e alla sua capillarità, oggi accentuata dalla distribuzione via web, possa diventare un mezzo sempre più centrale nelle strategie di promozione teatrale (e delle iniziative culturali in generale), così come lo è già da tempo in campo aziendale: trailer teatrali, backstage, making-of, video-riprese di qualità, veri e propri spot e cortometraggi-teaser, infatti, sono solo alcune delle possibili applicazioni dell’audiovisivo in questo campo che riteniamo possa essere ulteriormente sviluppato.
Tratti del crea-tere. Un documentario sui teatri storici dei Monti Azurri
“Tratti del crEatere” è il corto-documentario che abbiamo ideato e realizzato negli ultimi mesi. È stato prodotto dal Teatro Valmisa in parternariato con l’Unione Montana dei Monti Azzurri, realizzato con il sostegno Regione Marche, Fondazione Marche Cultura – Marche Film Commission e finanziato grazie al “Bando per progetti ed iniziative cineaudiovisive – Zona Sisma”.
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